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16 maggio 2011

Il Sapientone: disastro Sampdoria, ecco i perchè.

Disastro Sampdoria: ecco i perchè.

Gran parte della critica calcistica ha imputato il fallimento sampdoriano alle cessioni di Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini..sbagliando.
Non fraintendetemi, la perdita dei due attaccanti è stata sicuramente traumatica per il gioco doriano, ma la rosa blucerchiata aveva tutte le carte in regola per evitare la retrocessione.
Esaminiamo dunque gli errori che sono stati commessi in questa stagione, un'odissea interminabile per i tifosi doriani, partita con i sogni Champions e culminata con un impronosticabile approdo in Serie B.

Il primo madornale errore è stato commesso dal presidente Riccardo Garrone: da quando ha acquisito la Sampdoria nel 2002, tralasciando il primo anno di B, ha trasformato il club in una vera e propria azienda: nessuna spesa folle, mai messo soldi di tasca propria, e politica puntata alla valorizzazione, e alla vendita, dei migliori giocatori in rosa. Strategia sicuramente intelligente e produttiva, ma non per una squadra che vuole tornare a toccare, come ad inizio anni '90, i palcoscenici che contano.
Qualche esempio? Fabio Quagliarella perso alle buste nel Luglio 2007 per poche migliaia di €, Campagnaro, Marilungo, Maggio, Pazzini, Cassano, Stankevicius ceduti nel loro momento migliore...e la lista potrebbe continuare ancora.

Secondo errore: non aver sostituito adeguatamente Pazzini e Cassano.
Ok, una volta ceduto i tuoi due uomini cardine, ci si aspetta come minimo che il Ds Tosi ti porti un paio d'attaccanti di tutto rispetto: questo non è accaduto. Sono arrivati Massimo Maccarone e Federico Macheda. Troppo poco. Il primo non è mai stato uno spacca-porte, e il suo record di 12 gol in Serie A lo dimostra; non ha mai fatto benissimo in squadre che puntavano a qualcosa di più di una striminzita salvezza (vedi esperienze di Parma e Palermo), e troppo spesso si è sciolto nei momenti cruciali delle sua carriera.
Il secondo, seppur sia un ottimo prospetto, era troppo acerbo per prendere le redini di una squadra di Serie A. Allo United, “Kiko”, era un semplice rincalzo dalle belle speranze al quale non gli si chiedeva nulla di eccezionale; a Genova gli è stato chiesto di risollevare le sorti della squadra e di portarla per mano verso la salvezza. Purtroppo non è andata bene, anzì, il giovane attaccante si è macchiato di brutte prestazione ed è stato presto relegato in panchina. Schiacciato dalla pressione.

Terzo errore: aver ingaggiato gli allenatori sbagliati.
Domenico Di Carlo avrebbe dovuto guidare la Sampdoria in Champions League e alla conferma del campionato precedente. Purtroppo, nella sua carriera, il buon Mimmo ha dimostrato di essere un allenatore adatto esclusivamente alle piccole squadre che hanno come obiettivo la salvezza. Le esperienze di Parma e Chievo insegnano. Fin quando è stato l'allenatore dei blucerchiati, ha fatto fatica a produrre gioco, e ha sempre preferito non prenderle piuttosto che darle. Con le sue tattiche, addirittura un giocatore come Pazzini ha faticato a trovare la via della rete.
Una volta esonerato l'allenatore frusinate, ci si aspetta che la società rimedi al suo errore e non perseveri, cosa che invece è accaduta: ingaggiando Alberto Cavasin.
Un allenatore ormai “consumato” che in carriera ha guidato esclusivamente piccole squadre, molte volte senza successo (l'utlima e forse unica stagione importante in Serie A è datata 1999/2000 alla guida del Lecce). L'anno scorso è stato costretto addirittura ad emigrare per trovare lavoro, in Svizzera, alla guida del Bellinzona.
A conferma di ciò che affermiamo parlano i numeri di questa sua gestione fallimentare: 1 vittoria 1 pareggio e 6 sconfitte; 7 gol fatti e 13 subiti; numeri che condannano i blucerchiati alla serie cadetta con una giornata d'anticipo. Insomma era difficile fare peggio.

Quarto errore: zero progetti.

Dopo aver ceduto Cassano e Pazzini molti tifosi si sono chiesti i “programmi”di questa società: programmi che forse non sono mai esistiti, e le dimissioni del direttore sportivo Gasparin furono profetiche in questo senso. La Sampdoria difficilmente avrebbe potuto ripetere la stagione 2009/2010, e Garrone ha dato l'impressione di voler limitare la dimensione della Sampdoria ad una squadra di metà classifica, da salvezza tranquilla. Ma anche per fare questo serve un progetto: non puoi vendere i tuoi giocatori fondamentali a campionato in corso, non puoi far scadere come se nulla fosse il contratto di Ziegler, e non puoi fare il mercato con due spicci nonostante le importanti cessioni.

Insomma ciò che rimane della Sampdoria è la passione e l'amore dei tifosi verso questo grande club, nella speranza che in un futuro non troppo remoto, ritrovi una società che negli ultimi anni si era ormai “persa”. Auguri per un rapido ritorno in Serie A, Doria.
Enrico Ciccarelli per Goal.com