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29 maggio 2011

Campioni a metà: Sergio Pellissier

Un "Campione a metà" è anche colui che decide di seguire il cuore e non la mente, chi preferisce sentirsi speciale in una piccola piazza che "uno dei tanti" in un grande club, chi preferisce l'affetto dei tifosi ai soldi degli imprenditori.

Quante volte abbiamo sentito parlare di "bandiere" nel mondo del calcio? Ma cosa si intende per "bandiera"? Totti, Del Piero e Javier Zanetti sono da considerarsi tali poichè hanno scelto di sposare la causa delle loro squadre a prescindere dai risultati e dalle scelte degli allenatori e delle società. A dire il vero questi campioni sono comunque riusciti a vincere dei trofei importanti pur scegliendo di rimanere fedeli alle proprie squadre; ma ci sono altri che non hanno avuto la possibilità di regalarsi delle gioie particolari, e tuttavia hanno accettato di vivere la "monotonia" con totale disinteresse verso l'elite del calcio. Il "monotono" per eccellenza è Sergio Pellissier!
L'attaccante di Aosta, cresciuto nelle giovanili del Torino, arriva al Chievo nel 2002 dopo alcune esperienze importanti per la sua formazione, in serie C, con Varese e Spal. Entrato a far parte della "Favola Chievo" (al fianco di un certo Oliver Bierhoff) non tarda a dare quel tocco di magia in più alla squadra: infatti nella sua prima stagione verrà ricordato per aver deciso, con il suo ingresso in campo negli ultimi minuti, alcune gare importanti e difficili da sbloccare per i gialloblu, come contro il Parma e l'Udinese.
Alla fine della prima stagione avrà già collezionato 25 presenze e siglato 5 goal entrando molte volte dalla panchina; un leggero calo di rendimento arriva nella stagione successiva quando il suo bottino si ferma a 3 goal. Stranamente, nel momento in cui il Chievo smette di essere una "favola" e riesce a trovare la sua dimensione da provinciale di Serie A, Pellissier inizia a far fruttare le sue doti da grande attaccante e si erge a protagonista nelle due salvezze dei veronesi del 2005 e 2006 segnando rispettivamente 7 e 13 goal. Nella stagione successiva, nonostante i 9 goal di Sergio, il Chievo non riesce a mantenere la categoria, perdendo lo scontro diretto con il Catania nel neutro di Bologna. In quell'estate molte squadre di A lo cercano (Lazio,Palermo..), ma lui è ormai diventato il simbolo di quella squadra e di quel quartiere di Verona; perciò decide di restare in B, trascinando la sua squadra alla vittoria del campionato cadetto con ben 22 reti!
Nelle successive estati, Pellissier avrà sempre delle richieste e delle proposte da parte di club più importanti (su tutte quelle di Napoli e Roma), ma lui ormai ha deciso: "Sergio Pellissier rimane al Chievo!"; li si trova bene e li riesce ad esprimere al meglio il suo gioco (37 goal in 3 stagioni); li è diventato un giocatore e al Chievo ha dedicato la sua vita calcistica. Chissà se fosse stato più facile per lui cambiare aria e provare nuove esperienze? Chissà se a lui pesa il fatto di non poter ambire a qualche trofeo importante? Chissà se è deluso dal fatto di non trovare molto spazio in Nazionale (dove ha segnato all'esordio con una magnifica acrobazia ndr)?
Sarebbe bello poter rivolgere queste domande a lui per provare capire questa scelta di vita, ma in assenza di questa possibilità posso solo manifestare la massima stima per un uomo e un giocatore che ha SCELTO di essere un "Campione a metà".


Alessio Annino