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21 gennaio 2014

Russia, dal pallone alle palle di neve?

Dopo aver acquistato Samuel Eto'o dall'Inter, l'Anzhi Makhachkala ha scritto una pagina importante del nostro calcio: e' la prima volta che una società russa riesce ad assicurarsi un top player ancora nel pieno della propria carriera, quel calciatore ancora in grado di fare la differenza in tutte le competizioni, un'atleta che non aveva bisogno di offrirsi per ricevere proposte di contratto milionarie da ogni angolo del mondo. Insomma, con il solo acquisto di del “leone d'Africa”, a livello sportivo, la Russia calcistica ha fatto un salto di qualità enorme rivelandosi non più meta di pensioni dorate come la Major League Soccer o gli Emirati Arabi, ma un campionato divertente, affascinante, e finalmente, competitivo a tutti i livelli.
Ma l'Anzhi non è solo Eto'o, da quando l'imprenditore russo Suleyman Kerimov è diventato presidente, il club di Makhachkala ha acquistato nell'ordine: il veterano Roberto Carlos, che si è reinventato centrocampista centrale, la promettente ala del Psv Eindhoven Balàsz Dzsudzsak, la promessa mancata Diego Tardelli, il futuro metronomo della nazionale brasiliana Jucilei, e la stella marocchina dell'Anderlecht, Mark Boussoufa, per una spesa totale di 67 milioni di euro.
Non solo Anzhi. Nella Russian Premier League troviamo squadre molto forti come Rubin Kazan, Zenit San Pietroburgo, Spartak Mosca, Cska, Lokomotiv Mosca, Terek Grozny tutti club molto ricchi che già dalla prossima stagione proveranno a mettere in crisi le grandissime d'Europa.
Insomma, stiamo passando dal gioco del pallone a quello delle palle di neve? E' questa la nuova frontiera del calcio? A voi l'ardua sentenza.

Enrico Ciccarelli

Fabregas cuore blaugrana?

Dopo le visite mediche, la firma del contratto e le foto di rito con tanto di bacio sulla maglia, Cesc Fabregas è diventato (nuovamente) un giocatore del Barcellona.
Un colpo niente male da parte della dirigenza blaugrana che si porta a casa un pezzo da novanta, uno dei centrocampisti più forti del mondo con soli 29 milioni di euro (più 5 di bonus). Lo stesso tecnico dei Gunners, Arsene Wenger, non è riuscito a nascondere la rabbia per il prezzo scontato con cui è stato ceduto il suo pupillo: “Abbiamo venduto Cesc a prezzo scontato, se fosse stato sul mercato per un club qualsiasi avremmo ottenuto molto di più”; a conferma di queste parole la stampa brittannica racconta di alcune offerte pervenute negli anni scorsi in quel di Londra, proposte che si avvicinavano alla soglia dei 50 milioni di euro; Wenger conferma: “Se Cesc è in vendita e lo puoi mettere all'asta tra Real Madrid, Chelsea e Manchester City, sicuramente puoi ottenere molto di più, ma lui voleva andare solo a Barcellona”.Insomma la perdita del talento spagnolo per l'Arsenal è stato un bruttissimo colpo, non solo tecnico, dato il valore immenso del calciatore, ma soprattutto economico, poiché vendendo il giocatore al miglior offerente l'Arsenal avrebbe ottenuto soldi freschi da reinvestire subito sul mercato.


Si tratta allora di un colpaccio del Barcellona? Anche qui consiglierei di vedere il bicchiere mezzo vuoto, dato che i catalani probabilmente hanno speso tra i 29 e i 34 milioni di euro per un loro calciatore. Facciamo ordine: per i pochi che non lo sapessero, Fabregas è cresciuto calcisticamente all'ombra del Camp Nou, facendosi tutta la trafila delle giovanili blaugrana, ma l'11 settembre del 2003, Arsene Wenger gli propone un contratto da professionista e la possibilità di mettersi in mostra in Premier League, cosa che entusiasma il giovane Cesc che non ci pensa su due volte prima di mettere nero su bianco, lasciando i dirigenti blaugrana con un pugno di mosche in mano e privandolo di uno dei suoi maggiori talenti fatti in casa. Da notare che stiamo parlando di un Barcellona che nella stagione 2002/2003 raggiungeva a malapena la Coppa Uefa con uno striminzito sesto posto in campionato e che vantava nell'orbita dei suoi titolari gente come Kluivert, Patrick Anderson, Riquelme, Reiziger, Mendieta, Gabri. Insomma tutt'altra squadra rispetto a quella di oggi.
Intanto passano gli anni, il Barcellona prima con Rivaldo, poi con Ronaldinho e Messi, torna nell'elìte del calcio mondiale, e Fabregas inizia ad imporsi sia in Inghilterra che a livello internazionale, ma allo stesso tempo la nostalgia di casa e della sua terra diventano sempre più laceranti finchè il 16 Agosto del 2011 viene ufficializzato il suo ritorno a casa, il figliol prodigo torna da dove è partito, per la gioia di tutti i tifosi e dei dirigenti spagnoli.
Cosa emerge da tutta questa storia? A mio parere non tanto il cuore e l'amore sconfinato di Fabregas verso i suoi colori – come molti giornalisti invece vogliono far credere – ma l'opportunismo del calciatore, che così come tanti altri atleti del nostro sport, ormai giungono solo dove sentono odore di soldi, perchè non vi lasciate incantare dalle favole, Fabregas al Barca intascherà la bellezza di 7 mln di euro a stagione, cifra da capogiro che non avrebbe mai potuto conoscere se non fosse “scappato” lontano dall'Emirates Stadium. Non mi resta che fargli i miei auguri: buona fortuna Cesc.


Enrico Ciccarelli