Sogno Champions quasi infranto. È questa la sentenza del Friuli dopo Udinese-Lazio di domenica scorsa; un'occasione sprecata per i biancocelesti e che probabilmente non si ripresenterà a breve. Pochezza caratteriale e qualità della rosa non eccelsa, sono questi i limiti invalicabili di questa squadra, limiti che pesano sul presente, ma peseranno ancor di più sul futuro calcistico del club; infatti se per la Lazio non dovesse essere Champions, l'anno prossimo andranno a mancare quegli introiti che la maggior competizione europea per club assicura (introiti che vanno dai 30 ai 40 mln di euro solo per la qualificazione alla fase a gironi), e quindi il mercato degli aquilotti sarà probabilmente poco fastoso e privo di colpi di scena.
Parliamoci chiaro, i meriti di mister Edy Reja in questa stagione sono tanti: è riuscito a trarre il massimo dalla rosa che aveva a disposizione, ha fatto tornare Zarate ai suoi livelli, e ancora tutt'oggi lotta per il quarto posto, a 2 giornate dalla conclusione, con quasi la stessa squadra della scorso anno che si è salvata a poche giornate dal termine del campionato.
Il tecnico biancocelste appare dunque intoccabile, ma allora le colpe di chi sono? Perchè la Lazio non riesce a fare quell'agognato salto di qualità che gli permetterebbe di competere per quei palcoscenici sicuramente più prestigiosi?
Il problema forse è a monte, la Lazio oggettivamente, ad oggi, non ha ne la capacità economica ne l'organizzazione societaria per pretendere qualcosa di più di quello che possiede oggi (un pugno di mosche probabilmente). Colpa forse del vulcanico presidente Claudio Lotito?
Per trovare la risposta, analizziamo gli ultimi 6 anni della storia biancoceleste, ovvero da quando l'imprenditore romano ha preso le redini della società capitolina:

Nel Luglio del 2004 il neopresidente della S.S Lazio dichiara: “In 5 anni la Lazio lotterà nuovamente per lo scudetto” e aggiunge con un pizzico di vanità: “Ho preso questa squadra al suo funerale e l'ho portata in condizione di coma ancora reversibile” ; a queste dichiarazioni segue un mercato in extremis, fatto di 9 acquisti compiuti nell'ultimo giorno di mercato (ricordiamo i vari Esteban Gonzales, Bryan Robert, Mea Vitali, Oscar Lopez, Seric, Lequi ) e la nomina di un allenatore alla prima esperienza con un club così prestigioso, quella di Domenico Caso. Va dato atto a Lotito che realisticamente era difficile fare di meglio nell'estate più caotica e difficile della storia biancoceleste. Restano però i numeri di una stagione a dir poco fallimentare: 44 punti in 38 partite, Domenico Caso esonerato a metà campionato, e una salvezza sul filo di lana ottenuta all'ultima giornata.
Il campionato 2005/2006 dovrebbe essere l'anno della riscossa, la società capitolina ha dunque il tempo e le risorse per organizzare il mercato e la rinascita del club. Viene ingaggiato come allenatore Delio Rossi (reduce da una buona annata a Lecce) e Walter Sabatini, nel ruolo di direttore sportivo, il quale riuscirà a portare a Formello (con pochi spicci) giovani interessanti come Gabi Mudingayi e Valon Behrami. La stagione è ricca di soddisfazzioni, Pandev e Rocchi trascinano la squadra a suon di gol, la Lazio termina al sesto posto il campionato e si qualifica per la Coppa Uefa 2006/2007 (revocata poi dal CAF nella sentenza post-calciopoli).
Dopo la bufera scatenata dal caso calciopoli, i tifosi laziali aprono l'estate 2007 con tanti buoni propositi e con la speranza di vedere finalmente un mercato di prima fascia. Per non deludere tali aspettative, il Ds Sabatini mette a segno colpi importanti come Foggia, Mauri e Ledesma ( che fu richiesto espressamente da Delio Rossi). La Lazio gira a meraviglia trascinata dai soliti Pandev e Rocchi, e la società capisce che con questi giocatori può puntare all'Europa che conta, la Champions League.
Per non smettere di sognare, Sabatini ingaggia dalla Ternana Luis Jimenez nel Gennaio 2007, strappandolo alla concorrenza di numerosi club. La stagione va ben oltre le aspettative: gli aquilotti si classificano terzi, e nonostante i tre punti di penalizzazione, si assicurano un posto nella più prestigiosa competizione per club europea.
Nella stagione 2007/2008 si attende la svolta biancoceleste, è l'anno buono per tornare ad essere “grandi”; La Lazio supera senza troppe difficoltà il preliminare di Champions contro la Dinamo Bucarest e si qualifica per la fase a gironi. Purtroppo a ciò non segue il mercato che tutti si aspettavano: Lotito decide di non investire soldi pesanti e preferisce puntare su un mix di giovani interessanti e usati sicuri; arrivano infatti giocatori dal futuro luminoso come Radu, Kolarov e Bianchi ( i primi due scoperti da Sabatini), oltrei ai vari Rozenhal, Meghni e Vignaroli. La stagione è disastrosa: i biancocelesti non riescono ad ingranare e terminano il campionato in 12° posizione, lontano dai traguardi che contano; in Champions League le cose non vanno meglio, solo una vittoria in sei partite (che significherà ultimo posto) in un girone alla portata composto da squadre come Real Madrid, Olympiakos e Werder Brema.
La stagione 2008/2009 inizia nel peggiore dei modi: Walter Sabatini, in seguito a dissidi con il presidente, decide di abbandonare la squadra e di non rinnovare il contratto in scadenza; al suo posto viene nominato Igli Tare, ex attaccante proprio dei biancocelesti. Il calciomercato regala qualche soddisfazione: vengono acquistati Matuzalem, Zarate (in prestito), Lichtsteiner, Brocchi e Carrizo; le uniche cessioni importanti sono quelle di Behrami e Zauri.
Il campionato va a fasi alterne, ma ad ogni modo la Lazio riesce a portare a casa un trofeo (il primo con Lotito presidente): la Coppa Italia. Delio Rossi intanto riesce a far esprimere al meglio il talento di Mauro Zarate, che viene riscattato a fine stagione per 17 mln di € dall'Al Sadd.
La stagione 2009/2010 si apre con l'addio del tecnico riminese e l'ingaggio di Davide Ballardini in panchina. L'annata sembra partire per il verso giusto con la conquista di un altro trofeo: la Supercoppa Italiana; conquistata a Pechino contro l'Inter.
Parliamoci chiaro, i meriti di mister Edy Reja in questa stagione sono tanti: è riuscito a trarre il massimo dalla rosa che aveva a disposizione, ha fatto tornare Zarate ai suoi livelli, e ancora tutt'oggi lotta per il quarto posto, a 2 giornate dalla conclusione, con quasi la stessa squadra della scorso anno che si è salvata a poche giornate dal termine del campionato.
Il tecnico biancocelste appare dunque intoccabile, ma allora le colpe di chi sono? Perchè la Lazio non riesce a fare quell'agognato salto di qualità che gli permetterebbe di competere per quei palcoscenici sicuramente più prestigiosi?
Il problema forse è a monte, la Lazio oggettivamente, ad oggi, non ha ne la capacità economica ne l'organizzazione societaria per pretendere qualcosa di più di quello che possiede oggi (un pugno di mosche probabilmente). Colpa forse del vulcanico presidente Claudio Lotito?
Per trovare la risposta, analizziamo gli ultimi 6 anni della storia biancoceleste, ovvero da quando l'imprenditore romano ha preso le redini della società capitolina:


Il campionato 2005/2006 dovrebbe essere l'anno della riscossa, la società capitolina ha dunque il tempo e le risorse per organizzare il mercato e la rinascita del club. Viene ingaggiato come allenatore Delio Rossi (reduce da una buona annata a Lecce) e Walter Sabatini, nel ruolo di direttore sportivo, il quale riuscirà a portare a Formello (con pochi spicci) giovani interessanti come Gabi Mudingayi e Valon Behrami. La stagione è ricca di soddisfazzioni, Pandev e Rocchi trascinano la squadra a suon di gol, la Lazio termina al sesto posto il campionato e si qualifica per la Coppa Uefa 2006/2007 (revocata poi dal CAF nella sentenza post-calciopoli).
Dopo la bufera scatenata dal caso calciopoli, i tifosi laziali aprono l'estate 2007 con tanti buoni propositi e con la speranza di vedere finalmente un mercato di prima fascia. Per non deludere tali aspettative, il Ds Sabatini mette a segno colpi importanti come Foggia, Mauri e Ledesma ( che fu richiesto espressamente da Delio Rossi). La Lazio gira a meraviglia trascinata dai soliti Pandev e Rocchi, e la società capisce che con questi giocatori può puntare all'Europa che conta, la Champions League.
Per non smettere di sognare, Sabatini ingaggia dalla Ternana Luis Jimenez nel Gennaio 2007, strappandolo alla concorrenza di numerosi club. La stagione va ben oltre le aspettative: gli aquilotti si classificano terzi, e nonostante i tre punti di penalizzazione, si assicurano un posto nella più prestigiosa competizione per club europea.
Nella stagione 2007/2008 si attende la svolta biancoceleste, è l'anno buono per tornare ad essere “grandi”; La Lazio supera senza troppe difficoltà il preliminare di Champions contro la Dinamo Bucarest e si qualifica per la fase a gironi. Purtroppo a ciò non segue il mercato che tutti si aspettavano: Lotito decide di non investire soldi pesanti e preferisce puntare su un mix di giovani interessanti e usati sicuri; arrivano infatti giocatori dal futuro luminoso come Radu, Kolarov e Bianchi ( i primi due scoperti da Sabatini), oltrei ai vari Rozenhal, Meghni e Vignaroli. La stagione è disastrosa: i biancocelesti non riescono ad ingranare e terminano il campionato in 12° posizione, lontano dai traguardi che contano; in Champions League le cose non vanno meglio, solo una vittoria in sei partite (che significherà ultimo posto) in un girone alla portata composto da squadre come Real Madrid, Olympiakos e Werder Brema.
La stagione 2008/2009 inizia nel peggiore dei modi: Walter Sabatini, in seguito a dissidi con il presidente, decide di abbandonare la squadra e di non rinnovare il contratto in scadenza; al suo posto viene nominato Igli Tare, ex attaccante proprio dei biancocelesti. Il calciomercato regala qualche soddisfazione: vengono acquistati Matuzalem, Zarate (in prestito), Lichtsteiner, Brocchi e Carrizo; le uniche cessioni importanti sono quelle di Behrami e Zauri.
Il campionato va a fasi alterne, ma ad ogni modo la Lazio riesce a portare a casa un trofeo (il primo con Lotito presidente): la Coppa Italia. Delio Rossi intanto riesce a far esprimere al meglio il talento di Mauro Zarate, che viene riscattato a fine stagione per 17 mln di € dall'Al Sadd.
La stagione 2009/2010 si apre con l'addio del tecnico riminese e l'ingaggio di Davide Ballardini in panchina. L'annata sembra partire per il verso giusto con la conquista di un altro trofeo: la Supercoppa Italiana; conquistata a Pechino contro l'Inter.
Ma si tratta dell'unico raggio di sole di una stagione tempestosa: il calciomercato non regala alcun acquisto di spessore (Cruz a parte), Pandev e Ledesma vengono messi fuori rosa, e la Lazio viene eliminata al primo turno di Europa League. A Gennaio così la squadra si ritrova in piena zona retrocessione e Pandev viene perso a parametro zero dopo dure battaglie legali. Lotito decide così di dare una scossa all'ambiente comprando nel mercato di riparazione Hitzlsperger, Floccari e Andrè Dias, e allo stesso tempo, decide di esonerare Ballardini sostituendolo col navigato Edy Reja.
Le cose vanno decisamente meglio, e dopo aver inanellato una serie di risultati positivi, la Lazio si salva con tre giornate d'anticipo.
Le cose vanno decisamente meglio, e dopo aver inanellato una serie di risultati positivi, la Lazio si salva con tre giornate d'anticipo.
Il 2010/2011 è l'anno della ricostruzione, viene acquistato Hernanes dal San Paolo per 13 mln di €, Ledesma viene reintegrato in rosa, e viene ceduto Kolarov al Manchester City per 17,5 mln di €. Reja riesce a trarre il meglio dalla sua squadra: Mauri torna sui livelli di un paio d'anni prima, Floccari centra la porta con continuità, ed Hernanes prende in mano le chiavi della squadra.
Il resto è storia recente, con una Lazio che a due giornate dal termine ha ancora qualche speranza per entrare in Europa dalla porta principale.
Sono passati però sei lunghi anni da quando Lotito acquistò la S.S. Lazio, e da allora la società non ha più lottato per lo scudetto, cosa invece “promessa” dal patron biancoceleste.
Ecco le nostre considerazioni finali:
Il resto è storia recente, con una Lazio che a due giornate dal termine ha ancora qualche speranza per entrare in Europa dalla porta principale.
Sono passati però sei lunghi anni da quando Lotito acquistò la S.S. Lazio, e da allora la società non ha più lottato per lo scudetto, cosa invece “promessa” dal patron biancoceleste.
Ecco le nostre considerazioni finali:
- Lotito ogni volta che ha costruito qualcosa di importante lo ha immediatamente distrutto (vedi i rapporti di lavoro con Delio Rossi e Walter Sabatini).
- Non ha speso il denaro quando serviva realmente, come quando nel 2007/2008 si qualificò per la Champions.
- Per motivi economici ha troppo spesso creato putiferi che hanno minato la serenità della squadra e il lavoro degli allenatori (vedi il caso Pandev-Ledesma) e si spera che il prossimo non sia Radu.
Insomma la Lazio con Lotito davvero può tornare ad essere GRANDE? A voi la sentenza..
Enrico Ciccarelli per Goal.com