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30 maggio 2011

Palermo, Zamparini hai ancora tanto da imparare..

La sconfitta in Coppa Italia non deve demolire i progetti e le ambizioni della società rosanero; Zamparini deve imparare a far tesoro anche delle sconfitte più brucianti e non commettere gli errori del passato, altrimenti il Palermo rimarrà per sempre una grande incompiuta.


Le lacrime di Delio Rossi, la disperazione dei giocatori, e le probabili sfuriate del presidente Maurizio Zamparini. E' tutto ciò che rimane al Palermo, e ai suoi tifosi, dopo la finale di Coppa Italia di ieri sera, persa 3-1 contro l'Inter di Leonardo.
I rosanero ormai ci speravano nella Coppa, credevano di poter riscattare le due finali perse del '74 e del '79, di essere in grado di conquistare il primo trofeo prestigioso della sua ormai secolare storia; purtroppo Eto'o e soci hanno spezzato a suon di gol ogni tipo di auspicio, e rimandato all'anno venturo i sogni di gloria di Bovo e compagni.
Una stagione iniziata con i migliori propositi, quella 2010-2011, dove si attendevano le definitive consacrazioni di Hernandez e Pastore, dove a tenere banco non dovevano essere gli esoneri e le parole al vetriolo del vulcanico presidente, ma i risultati sul campo e i traguardi di un certo rilievo dopo qualche stagione di appannamento; l'anno della maturazione coadiuvato da mister Delio Rossi e il ds Walter Sabatini, ma purtroppo tutti sappiamo come è andata a finire; a novembre il ds si dimette per alcune divergenze con il numero uno rosanero, a fine febbraio è la volta dell'allenatore riminese, che viene esonerato e sostituito da Serse Cosmi. Intanto i risultati continuano a peggiorare, il club siciliano si trova a metà classifica dopo una serie impressionante di sconfitte in campionato (6 in 7 partite), e i gioielli del Palermo iniziano a non brillare come prima, così viene richiamato al proprio posto Delio Rossi, il quale riuscirà a risollevare le sorti della squadra e a motivare nuovamente i propri calciatori. Il resto è storia recente, il Palermo agguanta la finale di Coppa Italia superando il Milan in semifinale, ma si arrenderà ai campioni del mondo in carica dell'Inter.
Le responsabilità di quest'anno cristallizzato nell'anonimato sono da ricercare in primis a livello societario e poi sul piano tecnico. Zamparini è un grande presidente, abile nel gestire il denaro e a circondarsi di gente competente, ma quando c'è da razionalizzare e resettare i momenti negativi e le partite storte, è il primo a puntare il dito contro i suoi dipendenti, il primo a insultare allenatore e dirigenti sul quotidiano sportivo, uno dei peggiori in Europa.
Cioè che blocca il salto di qualità dei siciliani è proprio il suo modo di porsi, di pretendere sempre troppo rispetto a quelle che sono le reali possibilità della propria squadra, di lamentarsi anche quando le cose vanno più che discretamente.
Forse è stato l'unico presidente in Italia ad esonerare un tecnico quando il club era in 9° posizione (Colantuono nel 2007), in 6° (Guidolin a fine 2007), e 10° in classifica (Delio Rossi quest'anno).
Ha sicuramente il merito di aver portato il Palermo dalla cadetteria alla parte sinistra della classifica nella massima serie, ma ciò non basta; i tifosi e gli amanti del calcio non vogliono che questa crescita si arresti sul più bello, che questo affascinante progetto non trovi la sua definitiva concretizzazione.

Ad ogni modo, le colpe di questo annus horribilis non sono solo del patron; anche le ultime scelte di mercato non sono state delle più azzeccate, e non parlo di Edison Cavani, come i più maligni potrebbero ipotizzare, ma delle cessioni di giocatori come Simon Kjaer e Fabio Simplicio, fondamentali fino all'anno scorso per i rosanero.
L'attaccante uruguagio è stato un affare per il Palermo e per il Napoli, non un errore di Sabatini e co. inutile continuare ad insinuarlo, 18 mln di € sono in linea con la valutazione di mercato che Cavani aveva fino all'anno scorso; anzì, fino a 9 mesi fa, molti tifosi partenopei gridavano allo scandalo per la valutazione attribuita al "Matador". E' troppo semplice sputare sentenze dopo una stagione così travagliata.
Il biondo difensore danese, invece, avrebbe fatto molto comodo a Delio Rossi, soprattutto se si considera che i suoi rimpiazzi sono stati Nicolai Dorin Goian ed Ezeqiuel Munoz, giocatori che hanno mostrato evidenti limiti caratteriali e tecnici costituendo una delle maggiori lacune dell'organico rosanero.
Quest'anno sono rimasto profondamente deluso anche dall'atteggiamento di alcuni calciatori, soprattutto da quello di Javier Pastore, che appena le cose non sono andate per il verso giusto, nel momento in cui non è stato visto come titolare inamovibile, ha letteralmente smesso di giocare, comportandosi da bambino viziato e da atleta poco professionale; questo è un mio consiglio, per diventare un campione non basta il talento, ci vuole anche tanta, tanta, testa.
La speranza è che il Palermo e i suoi tifosi imparino qualcosa da questa brutta finale, e che non sia l'inizio di una nuova demolizione targata Maurizio Zamparini. Il primo passo sarebbe la conferma del tecnico..


Enrico Ciccarelli